Implantologia dentale, cosa c’è da sapere

L’Implantologia Dentale è una tecnica chirurgica, che consente al Dentista di sostituire gli elementi dentari che mancano nella bocca del paziente. Tale edentulia (mancanza di uno o più denti) crea al paziente, gravi problemi sia di natura estetica (con grave implicazione nella sfera relazionale) che funzionali, compromettendo masticazione e fonetica; cioè una grave riduzione della qualità della vita.

Sembrerà incredibile, ma la storia dell’implantologia affonda le sue radici nella notte dei tempi e non sappiamo esattamente quando, ma a qualcuno venne in mente l’idea di inserire un dente artificiale o altri materiali in un alveolo per sostituire un dente perso.  Infatti, ci giungono dall’antichità reperti archeologici interessantissimi, come mummie di Faraoni con denti sostituiti da pezzi di conchiglia o denti di animali o di schiavi.

In epoca più recente, nel XIX secolo, si moltiplicarono i tentativi di effettuare interventi implantologici, ma, la tipologia dei materiali utilizzati, la scarsa raffinatezza delle tecniche chirurgiche, i mezzi anestetici inadeguati, l’assenza di antibiotici e la totale mancanza di concetti occlusali, ne decretarono l’inevitabile fallimento. Nella prima metà del Novecento si assiste invece ad un grande fiorire di tentativi decisamente più concreti e numerosi brevetti, tra i quali molti attribuibili a dentisti italiani.

Implantologia dentale e Osteontagrazione

Il concetto biologico alla base dell’Implantologia moderna, definito OSTEOINTEGRAZIONE (ovvero l’intima, stabile ed asintomatica unione tra osso e impianto artificiale) si deve ad un medico svedese, Il Prof. Per-Ingvar Brånemark , professore di anatomia, ricercatore e chirurgo ortopedico, non era un Dentista, che negli anni ’70, dopo vari studi definì i canoni biologici per consentire l’inserimento di un impianto nell’osso del paziente ,con successo e predicibilità. Principi biologici ancora oggi validi.

La tecnica di Branemark si basa sul carico differito (cioè a non caricare subito la corona del dente sull’impianto) ed era tesa a rendere più predicibile il successo dell’intervento implantologico. Il tempo di attesa per la guarigione, dopo l’inserimento dell’impianto era di 3-4 mesi in mandibola e 5-6 in mascella. Il protocollo originale di Branemark ha subito negli anni, importanti variazioni grazie al progredire delle tecniche e delle conoscenze. Per accorciare i tempi di attesa e con essi la durata totale del trattamento sono nate le tecniche cosiddette tecniche a “Carico immediato”.

La scuola svedese e quella italiana hanno prodotto importantissime innovazioni sia nella tecnologia di produzione e sia nelle tecniche chirurgiche: adozione dei trattamenti di superficie per i corpi implantari, tecniche di rigenerazione tissutale sia ossea sia mucosa, tecniche di aumento della quantità di osso sia in senso verticale e sia in senso orizzontale ed in generale tutte quelle tecniche chirurgiche che consentono di modificare le condizioni anatomiche del paziente così da candidare all’implantologia tutti quei pazienti che non avevano osso sufficiente per beneficiare dei vantaggi di tale tecnica.

L’implantologia moderna, sia essa a carico immediato o a carico differito, è una disciplina largamente sperimentata ed affidabile, in grado di risolvere quasi tutti i problemi di edentulismo, parziale o totale che sia.

Implantologia dentale: i materiali utilizzati

Il materiale più utilizzato per la produzione degli impianti è il titanio (oggi anche Zirconia, materiale di colore bianco), in forma commercialmente pura o nelle sue leghe ad uso dentale. È un materiale biocompatibile che non comporta reazioni da parte dell’organismo (popolarmente note come rigetto).

Il tessuto osseo vi cresce in superficie e vi aderisce in maniera stabile, infatti Il Titanio è lo stesso materiale utilizzato con successo da svariati anni, per la costruzione di protesi ortopediche.

Gli impianti, posizionati nell’osso del paziente, verranno fortemente inglobati in esso dai fisiologici meccanismi della rigenerazione ossea, ossia avverrà la osteointegrazione, sia in caso di utilizzo di una tecnica a carico differito (scuola svedese) sia in caso di carico immediato (scuola italiana).

Implantologia dentale: Tipologie di protesi

Le possibilità terapeutiche che il Dentista ha per ridare una dentatura completa al paziente comprendono:

  • protesi parziali o totali rimovibili;
  • protesi sostenute da denti (ponti);
  • protesi sostenute da impianti in titanio.

Ognuna di queste scelte terapeutiche ha specifiche indicazioni, vantaggi e svantaggi.

Di certo il portatore di una protesi rimovibile (dentiera), sia essa parziale che totale, si trova a sopportare quotidianamente una serie di problemi e fastidi che influiscono sulla sua qualità di vita.

Le protesi parziali hanno dei ganci metallici (oppure di resina), necessari per stabilizzare la protesi. Tali elementi, oltre ad essere estremamente antiestetici, tendono a stressare i denti naturali su cui si ancorano. Con il tempo questi possono incorrere in problemi che ne possono determinare la perdita, sia per processi cariosi che si vengono a creare per l’accumulo di placca che la protesi favorisce oppure per la mobilità che prima o poi presentano, perché su essi si scaricano forti forze di trazione durante la masticazione.

Le protesi totali invece, frequentemente hanno una scarsa stabilità, creano ulcere e lesioni sulle mucose (alcune anche molto gravi) e molto spesso richiedono l’utilizzo di pomate o creme per dare maggiore sicurezza durante i pasti, con tutte le conseguenze sgradevoli che ne conseguono.

La soluzione con Ponti che trovano il loro appoggio sui denti contigui a quello mancante, era l’unica alternativa FISSA prima dell’avvento dell’implantologia. Lo svantaggio principale è che per poter utilizzare questi denti come appoggio per il ponte, devono essere limati portando via tutto lo smalto del dente, determinando un grave ed irreversibile danno permanente.

Vogliamo concentrare però ora la nostra attenzione sulla terza tipologia riabilitativa: Gli Impianti.

Come descritto sopra, quando mancava un dente singolo, in passato si realizzava un ponte utilizzando i due denti contigui che venivano limati. Oggi l’impianto dentale è la soluzione ideale nelle monoedentulie, poiché fornisce il supporto per una corona fissa in ceramica senza toccare in alcun modo i denti vicini.

Implantologia dentale: tipologie di intervento

Come visto l’implantologia si può dividere in implantologia tradizionale, dove l’impianto può essere usato solo dopo alcuni mesi di guarigione oppure in implantologia a carico immediato.

La differenza sostanziale è nei tempi di attesa della guarigione, che nel carico differito si svolgerà in due fasi.

Quindi più precisamente, se le condizioni del paziente richiederanno una tecnica a carico ritardato, nella prima fase si applicherà esclusivamente la vite in titanio (impianto) mentre nella seconda fase, che avverrà con un tempo di attesa che può andare dai tre ai quattro mesi; si procederà alla presa di un’impronta che consentirà all’odontotecnico di realizzare la protesi che verrà infine applicata sull’impianto.

Nella tecnica a carico immediato, invece, si effettua l’inserimento contemporaneo dell’impianto dentale e della corona protesica provvisoria.

Per essere definito “immediato” il posizionamento della protesi provvisoria dovrà avvenire entro 36 ore dall’inserimento dell’impianto.

La protesi provvisoria verrà mantenuta in sede per circa 3-4 mesi. Trascorso questo tempo di guarigione, si procederà all’impronta e alla consegna della protesi definitiva.

Sarà cura del Dentista valutare caso per caso e scegliere la tecnica più opportuna.

Oggi è possibile eseguire anche la tecnica post-estrattiva, cioè l’inserzione dell’impianto contestuale all’ estrazione del dente malato. È una tecnica che tende a velocizzare la durata della terapia, ma sempre se non ci sono problematiche di tipo infettivo, ascessi o cisti, nella zona di inserzione. Oggi, con il progredire della tecnologia, grazie alla qualità di immagini delle tac di ultima generazione e a programmi informatici specifici, è possibile simulare l’intervento chirurgico al computer. Cioè si definisce dove è più opportuno inserire gli impianti, con quale lunghezza ed inclinazione. Tutte queste informazioni verranno utilizzate per confezionare una mascherina chirurgica personalizzata che consentirà al Dentista di inserire gli impianti   nella posizione corretta senza utilizzare né bisturi né suture, di ridurre tantissimo la durata dell’intervento riducendo notevolmente gli eventuali problemi post-intervento.

Inoltre, sempre in conseguenza dello studio al computer anche l’odontotecnico potrà realizzare la protesi prima dell’intervento, poiché saprà esattamente quanti impianti, in quale posizione ed inclinazione saranno inseriti.

Questa tecnica consente di velocizzare tantissimo il ripristino di una o entrambe le arcate totalmente edentule, al punto che il paziente potrà entrare in studio con una protesi mobile e dopo un’ora uscirne con la protesi fissa provvisoria. Senza aver subito alcun taglio della gengiva e nessuna sutura.

In seguito, dopo alcuni mesi di attesa, verrà applicata la protesi definitiva.

Un altro uso fantastico degli Impianti dentari è quello di riuscire a stabilizzare una protesi rimovibile.

Tale tecnica è detta Overdentures, che consente, grazie all’inserimento di minimo 2 fino a 4 impianti, di bloccare la dentiera nella bocca del paziente consentendogli di masticare e parlare con rinnovata serenità, consentendogli finalmente di vivere una vita qualitativamente accettabile.

I moderni impianti dentali, una volta protesizzati, sono in pratica indistinguibili dai denti naturali. E’ bene specificare che l’inserimento dell’impianto nel tessuto osseo non è assolutamente doloroso, anzi è meno fastidioso di una semplice estrazione. Infatti prima dell’inserimento dell’impianto dentale, verrà effettuata una anestesia locale (la stessa che si fa per le otturazioni), che risulta molto efficace e permette al paziente di non avvertire alcun dolore.

Sarà cura del Dentista, successivamente al trattamento chirurgico, di prescrivere tutti i farmaci necessari per consentire al paziente di gestire senza problemi il post- operatorio.

Gli Impianti dentali hanno una percentuale di successo molto alta, (a 5 anni del 95% per impianti nel mascellare inferiore e del 90% per impianti nel mascellare superiore), ma, raramente, possono andare incontro a fallimento, cioè non si osteointegrano. Fortunatamente i questi rari casi, l’impianto risulta mobile e quindi facilmente rimovibile e cosa più importante dopo alcuni mesi di attesa per la guarigione, possono essere facilmente reinseriti.

Infine, gli impianti possono infettarsi (Perimplantite), esattamente come i denti naturali (Parodontite).  Questo per dire che come in tutte le terapie, anche in questo caso la collaborazione del paziente è fondamentale per il buon riuscita della terapia. Il Paziente dovrà attenersi scrupolosamente a tutte le indicazioni che gli fornirà il Dentista circa le corrette metodiche di igiene orale (spazzolino, filo interdentale, scovolini e collutori) e dovrà regolarmente recarsi in studio per effettuare visite periodiche di controllo.

Gli impianti, fortunatamente non sono suscettibili alla carie.

Infine, ma non meno importante, sarà opportuno correggere le proprie abitudini viziate che rischiano di compromettere la durata non solo degli impianti, ma anche quella dei denti naturali; primo tra tutti il FUMO.

Infine è fondamentale che l’implantologo abbia una solida formazione culturale e un’adeguata pratica clinica basata sul corretto utilizzo delle tecniche diagnostiche e operatorie più predicibili.

Tutti i pazienti possono essere candidati all'Implantologia?

In realtà i principali motivi per cui un paziente non può fare implantologia dentale, non sono tanto legati a problemi anatomici quanto a problemi di salute generale.

Alcuni esempi sono i pazienti diabetici scompensati (cioè non in cura per la malattia o comunque con valori ematici inadeguati), pazienti cardiopatici scompensati, pazienti in terapia con bifosfonati (specie se somministrati per via endovenosa), in terapia oncologica e varie altre situazioni che il clinico dovrà valutare con la collaborazione del medico curante del paziente.

Non esiste un limite di età per essere sottoposti a questo intervento. Un paziente può affrontare l’implantologia dentale a qualsiasi età, poiché i meccanismi di guarigione sono gli stessi indipendentemente dall’età del paziente.

Ovviamente, come in tutte le terapie, la programmazione e lo studio del paziente è una fase fondamentale prima di eseguire l’intervento.

Sarà necessario sottoporre il paziente a delle radiografie, che possono essere semplici endorali, panoramiche o la Cone-Beam (CBTC).

Quest’esame ci permette di effettuare un corretto studio della zona anatomica in cui si posizioneranno gli impianti, proponendo un’immagine tridimensionale dei siti implantologici, la posizione precisa di strutture anatomiche importanti come il nervo alveolare inferiore, i seni mascellari, le vie aeree superiori e inoltre ci consente di valutare anche la qualità dell’osso che dovrà ospitare le viti implantari.

È un esame che necessita di una dose di radiazioni molto ridotta, 6 volte inferiore rispetto ad una Tac convenzionale. Il paziente può rimanere comodamente seduto o in piedi per un tempo di 30-40 secondi.

Gli impianti possono essere usati per sostituire uno, o più elementi dentari andati perduti, oppure per i pazienti cosiddetti Edentuli (cioè che hanno la mancanza totale dei denti in una od in entrambe le arcate).

Rivolgiti all’equipe di medici dell’ambulatorio odontoiatrico del Studio Odontoiatrico Petrazzuoli per ritrovare il tuo sorriso.

Articolo scritto da:

Dott.ssa Nicoletta Petrazzuoli

Specialista in Odontoiatria Pediatrica


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